A occhi aperti di TeatroGruppo Popolare
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DATE:

in programmazione

Teatri, circoli culturali, scuole secondarie

6 aprile ore 21

Piccola Accademia, via Castellini 7 Como

7 aprile ore 18

Piccola Accademia, via Castellini 7 Como

3 maggio ore 11.00

matinée per scuole secondarie di secondo grado | Piccola Accademia, via Castellini 7 Como

3 maggio ore 21.00

Piccola Accademia, via Castellini 7 Como

5 maggio ore 17.00

Centro Medioevo, Olgiate Comasco (CO)

6 maggio ore 14.30

Piccola Accademia, via Castellini 7 Como

17 maggio ore 21.00

Lo snodo, Erba (CO)

A OCCHI APERTI

Open your eyes

PER ADULTI e SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Produzione: TeatroGruppo Popolare
Ideazione e progetto: Olga Bini
Regia: Valeria Fornoni
Con: Salvatore Alfano, Olga Bini
Consulenza fiaba: Bruna Bonanno
Consulenza scena: Maddalena Oriani
Sound design: Maurizio Berta

 

Dopo vent’anni Elly torna per circostanze lavorative in Islanda – isola vulcanica originatasi da un punto caldo della dorsale oceanica “la cicatrice del mondo” almeno 20 milioni di anni fa, quando una parte del fondale oceanico è emersa dal mare – la terra dove ha vissuto l’infanzia. Fa visita a casa Porpora, la casa di famiglia, che ritrova intatta come l’aveva lasciata e insieme alla casa ritrova Ollie, l’amico con cui ha trascorso molti anni. Tra Elly e Ollie si avvia un fitto dialogo, a tratti giocoso a tratti serio, fatto di momenti in cui si raccontano il presente e di momenti in cui ripercorrono il passato trascorso insieme attraverso un gioco ironico che mette a nudo le loro “esistenze”.

Il frutto dell’immaginazione della donna, Ollie, spinge Elly inizialmente restia a riattraversare anche i momenti difficili di quell’infanzia, il non essere vista, ascoltata, accolta e protetta dalla madre e dalla nonna, figure dominate dai propri problemi, sino a toccare il ricordo dell’abuso che Elly ha subito dal nonno, abuso che la donna svela essere anche stato subito dalla madre quando era bambina e che non mette la madre nelle condizioni di relazionarsi appropriatamente con la figlia. Questo percorso permette simbolicamente alla donna di lasciar andare quel mondo di fantasie, rappresentato da Ollie, attraverso il quale aveva tentato di proteggersi, trattenendo invece i ricordi lievi e vitali che le permettono di proseguire serenamente per la propria strada pur sapendo che le cicatrici seppur chiuse e curate rimangono.

Ci sono cose che non si dicono, ci sono cose nascoste che tra una stretta di mano e l’altra attraversano mondi. Ci sono cose perdute, cose non percepite che un come stai non basta, ci sono cose che producono rumori così tanto assordanti nell’orecchio che creano silenzio. C’è un vuoto che si crea e ci sono cose che in una famiglia non vengono viste, ascoltate, e cose che non vogliono essere viste né ascoltate. Ci sono domande alle quali non vengono date risposte e per meglio dire vengono date risposte di un senso nascosto. Ci sono cose che accadono e non riescono ad essere fermate, continuano a reiterarsi nel tempo.

Ci sono parole e gesti che aprono mondi che mai avresti potuto immaginare.

Ci sono risvegli, ci sono colpe che non sono tue.

Questa è la mia storia e non credo che è stata una storia, ma un modo di comporre un vissuto che ancora oggi attraversa le onde del mare e si infrange su questa terra emersa dal fondale oceanico, verde e brulla allo stesso tempo, complessa e affascinante. Si vive bene, ma la cicatrice c’è, i vulcani borbottano, sbuffano e ogni tanto eruttano ancora.

Lo spettacolo è stato sviluppato nell’ambito del progetto A come… Anoressia, Abuso minorile, Aiuto con il contributo di Fondazione Provinciale della Comunità Comasca onlus.