Antigoni di TeatroGruppo Popolare
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DATE:

Sabato 3 marzo 2018, ore 21:00

Piccola Accademia di TeatroGruppo Popolare, via Castellini 7 Como

Sabato 5 marzo 2018, ore 15:30

Piccola Accademia di TeatroGruppo Popolare, via Castellini 7 Como

Martedì 13 marzo 2018, ore 11:00

Piccola Accademia di TeatroGruppo Popolare, via Castellini 7 Como

Sabato 15 settembre 2018, ore 21:30

Auditorium San Fermo della Battaglia (CO), evento Kibarè Onlus

Domenica 25 novembre 2018, ore 21:00

Scuole,  via Vigna 6 – Vertemate con Minoprio

Sabato 1 dicembre 2018, ore 16:00

Piccola Accademia di TeatroGruppo Popolare,  via Castellini 7 Como – organizzazione Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Como, Donne Giuiriste sez. Como, Telefono Donna

ANTIGONI

Sette donne disobbedienti. Il valore del “No” che cambia la società, richiama attenzione sui diritti umani, fa storia.

PER ADULTI e SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Produzione: TeatroGruppo Popolare
Testo e regia: Giuseppe Adduci
Con: Olga Bini

Uno spettacolo sulla disobbedienza civile attraversando il mondo e il tempo, da Antigone a Malala; disobbedienza che  – come nel caso del rifiuto di Rosa Parks a cedere il proprio posto su un autobus a un passeggero bianco avviò il rovesciamento del sistema segregazionale negli Usa – può contribuire al miglioramento della società e delle sue dinamiche richiamando attenzione sui diritti umani.

Antigoni è uno spettacolo fatto di storie di disobbedienza al femminile. A cominciare da Antigone, appunto, antesignana della disobbedienza civile avendo rifiutato di soggiacere all’editto reale che impediva il seppellimento della salma del proprio fratello  e andando con questo incontro a morte certa.

Sette donne, prese dalla cronaca e dalla storia, si alterneranno nel racconto di un’attrice che darà loro voce e paleserà le loro vicende di rifiuto della tracotanza e dell’ingiustizia della società in cui si sono ritrovate a vivere, ciascuna tornando a perpetuare il mito di Sofocle.

Il valore del “No” acquista quindi in questa accezione un valore costruttivo prima che ostativo, la cui volontà è soprattutto quella di trasformazione di stati apparentemente immutabili. Come nel caso di Malala, una ragazzina il cui desiderio di studiare e con lo studio trovare emancipazione ha dovuto affrontare la rozzezza del mondo talebano, così retrivo da tentare il suo assassinio pur di tentare di affossare il principio di libertà espresso con quel desiderio innocente e primario. Come nel caso di Rosa Parks che lottò per l’emancipazione della popolazione nera d’America semplicemente rifiutando di cedere il proprio posto sull’autobus a un bianco. Come nel caso di Franca Viola che rifiutò il matrimonio riparatore prendendo simbolicamente a spallate l’edificio sociale costrittivo e maschilista degli anni 60 in Italia. E il semplice piccolo “no” di Giovannina che tracciò insieme a migliaia di altre donne una x sulla scheda a favore del divorzio, o quello ben più impegnativo di Francesca Rolla all’imposizione nazista di abbandonare il proprio paese. Il no delle donne del Burkina Faso alla mutilazione genitale, per il diritto di essere donne, madri e mogli senza subire l’escissione. Come il “no” rimasto in bocca a Marie Trintignant, figlia del famoso regista francese, inespresso al proprio amato e assassino, altrettanto famoso cantante di un gruppo musicale.

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